Un pregevole volume d’arte alla camera dei deputati “Protagonisti del Tempo d’Arte III”

Serafino Gubbio 100×70 cm olio su tela, 2014

Una pubblicazione d’arte, una copertina con un’opera di Antonio Caramia dal titolo “Serafino Gubbio” apre le porte ad un volume in cui sono protagonisti 90 artisti tra scrittura, musica e arti figurative. Il 4 dicembre 2023, presso la Camera dei Deputati, alle ore 15.00 (sala Tatarella), sarà presentato il terzo volume di “Protagonisti del Tempo d’Arte”, edito dalla Pav Edizioni e curato, in perfetta forma, da Angiolina Marchese. Prefazione di Vittorio Sgarbi, Antonio Caramia (al quale è dedicata la copertina), Michele Affidato, Gaetano Scicchitano e Rosanna Vetturini. L’opera in copertina fa riferimento al romanzo “Quaderni di Serafino Gubbio operatore” di Luigi Pirandello sottolineando il rapporto uomo-meccanicità. Come la storia ci insegna, il Movimento futurista, la rivoluzione industriale e la cultura positivista, esaltavano le macchine e la tecnologia come fattori rivoluzionari di progresso e di miglioramento sociale, Pirandello con il suo sentimento antiretorico, al contrario aprì una sua ordinata contestazione contro la macchina, mercificatrice dell’identità umana e della sua natura. Angiolina Marchese e il suo staff hanno scelto questo soggetto per rievocare il rapporto uomo macchina, che oggi, con l’intelligenza artificiale tende ad essere sempre più precario e se agli inizi del ‘900 la meccanicità ha strappato parte dell’identità agli uomini, oggi l’intelligenza artificiale la gestisce tutta e definitivamente. Il riferimento alla meccanicità e all’artificialità, in questo caso con una sottile ironia artistica e pittorica dell’artista Antonio Caramia (che ha curato anche parte dei testi critici, prefazione compresa), ha portato gli organizzatori a scegliere questo soggetto pittorico come metafora di un passaggio evolutivo che anche l’arte sta vivendo.

Angiolina Marchese – Organizzatrice eventi – Art-Global

Il volume comprende elaborati artistici di pittori, scrittori, poeti, e musicisti con la presenza di 90 artisti che raccontano, nelle diverse forme le loro esperienze con il mondo dell’arte contemporanea. Il volume è la rappresentazione di una esperienza che probabilmente si riverserà nelle sale italiane durante i prossimi anni aprendosi al pubblico per eventuali mostre. Offre una panoramica  eterogenea  delle espressioni artistiche, in più corredate da qualche accento critico su autori e opere stesse. La sua realizzazione ha avuto come punto di riferimento l’organizzatrice Angiolina Marchese, capace di mettere insieme un impianto comunicativo pregevole e ben impostato: dallo sviluppo organizzativo alla ricerca e selezione degli artisti; dalla scelta del formato del volume, alla scelta delle opere da inserire seguendo un ordine preciso. Durante l’evento interverranno diverse personalità che vedono protagonisti: per i saluti istituzionali l’Onorevole Aldo Mattia; successivamente Michele Laurino, Sindaco di Sant’Angelo delle Fratte; Michele Affidato, Orafo e Scultore; la Presidente della Fondazione Carlo Rambaldi, Daniela Rambaldi; Rosanna Vetturini, Artista e Collaboratrice ArtGlobal; Giacomo Rosa Presidente Svimar; Antonio Caramia, consulente Tecnico Opere d’Arte; Gaetano Scicchitano, Scrittore; Santiago Belacqua, Artista; Aurora di Giuseppe, Editore Pav Edizioni. Modererà i lavori il Dr. Paolo Di Giannantonio, Giornalista Rai. La giornata prevede anche dei riconoscimenti importanti con degli ospiti d’onore che saranno premiati per il loro impegno nel campo delle arti in genere, tra cui Daniela Rambaldi, Presidente della Fondazione Carlo Rambaldi; Michi Grassi, Artista; Michele Laurino, Sindaco di Sant’Angelo delle Fratte; Michele Affidato, Orafo e Scultore; Gaspare Maniscalco, Violinista, liutaio e poeta; Marco Mingardi, Cantante vincitore “Tu si che vales” dell’edizione 2022. Contemporaneamente nella stessa sala saranno presenti ospiti di spicco, tra cui: Emanuele Merlino Capo Della Segreteria Tecnica Del Ministro; Gerardo Mattia Collaboratore On. Mattia Aldo; Riccardo Mastrangeli Sindaco Di Fr; Tagliaferri Fabio, Assessore Lavori Pubblici E Manutenzione Comune Frosinone; Pizzutelli Anselmo, Consigliere Del Comune Di Frosinone; Picchi Carlo Direttore Coldiretti Latina e Frosinone. Gli onorevoli: Rita Dalla Chiesa, Pulciani Paolo, Ottaviani Nicola, Ruspandini Massimo, Fontana Ilaria, Colombo Beatriz, Rossi Fabrizio, Milani Massimo, Iaia Dario, Foti Tommaso, Benvenuti Gostoli, Lapis Gianni, Rotelli Mauro, Silvestri Rachele, Zurzolo Concetta, Ciocchetti Luciano. Ancora presenti a completare il quadro delle personalità: Massari Alessandro, Avvocato Fdi; Miha Daher, Ambasciatrice del Libano; Fabio Barone, Presidente Ferrari su territorio Nazionale e Internazionale; Soleil Anastasia Sorge, influencer, personaggio televisivo; Moira Rotondo, Coordinatrice Regionale di Azzurro Donna – Lazio; Fabio Nori, Canale 10, Stefania Vaghi, Ufficio Stampa; Lucilla La Puma, Giornalista – Corriere Della Sera; Marco Nardo, fotoreporter. L’aspetto più significativo dell’evento è riservato agli artisti partecipanti, che sono stati invitati per primi a presenziare questa giornata ricca di cultura e all’insegna dell’arte e dell’ spirito del fare umano.

Di seguito l’elenco degli artisti selezionati che hanno aderito alla partecipazione del volume “Protagonisti Del Tempo D’Arte III” – PAV Edizioni, Collana Arte.

ALBA NUDO, ALESSIO IERARDI “Myselfs”, ANGELA GIOVANNA GERMANO, ANGELA DE FRANCO, ANGELA RUSSO        , ANNA MARIA LOPES, ANTONIO BALBI, ANTONIO BARBUTO, ANTONIO RUSSO GALANTE, ARANKA SZÈKELY, ARIANNA LORENZIN “Ary”, CARLA FILIPPI “Nevèl”, CARLA PUGLIANO, CINZIA COLANTONI, CLAUDIO FORLANI, CONCETTA RUSSO, CORRADINO CORRADO, CRISTINA IAQUINTO, CRISTINA MAGRELLI, DORALUCIA CIOGLIA BRASIL, EDEN DSG, ELEONORA SALA, EMANUELA DI MARE, EMMA BITRI, ENIO DI STEFANO, ENZO SPINA, EUGENIA LOIERO, FEDERICA VIRGILI, FERNANDO D’OSPINA, FRANCESCA ALOI, FRANCESCO MERCADANTE, FRANCESCO NACCARI, FRANCISCO XICOFRAN FERNANDE, FRANCO GARUTI, FRANCO GRISOLANO ”Fragrì”, FRANCO PERRONE, GAETANO SCICCHITANO, GASPARE MANISCALCO, GIUSEPPE CONDELLO, GIUSEPPE MARIANI, GIUSY PISTRITTO “G.Alongi”, GREGORIO PROCOPIO, IMMACOLATA MANNO, IRENE FELIZARDO, JOMAY TAM, JOSÈ VEIGA FREIRE, LORELLA LAURICELLA, LORENZO DI GIROLAMO, LUCIANO TIGANI, LUCIANO VILLANI, LUISA BARRANO, MARCELLO LA NEVE, MARCO MINGARDI, MARIA BRUNACCINI, MARIA GIOVANNA TURUDDA, MARIAGRAZIA ZANETTI, MARIANNA SIRNA, MARTINA RUSSO, MASSIMO FRABONI, MONIA MICALETTO, OMBRETTA DEL MONTE, OTTAVIO PEDDITZI, PALMA MARIA CARLONE, PAOLO CETRARO, PAOLO FERRONI, PAOLO GRAZIANI, PAOLO LELLI, PASQUALE TERRACCIANO, PATRIZIA ALMONTI, PATRIZIA LO FEUDO, PINELLA IMBESI, PINO INDRIERI, RAISA AMOBROS, ROBERTO GASBARRI, ROCCHINA MARCHESE “Roky”, ROCCO REGINA, ROSANNA REÀTEGUI, ROSANNA VETTURINI, ROSELLA GIORGETTI, ROSETTA PAPARO ”Roxette Pa”, ROSSANA CHIAPPETTA, SALVATORE MIGALE, SANTIAGO BELACQUA, SARA ZANINI, SERGIO BONAFACCIA, SONIA RAPALLINO, STEFANO SOMMARIVA, TERESA ANTUNES, TONY MORELLI, VALERIA CATALDI, VALERIO TONINELLI, VINCENZO ANDRACCHIO, YONG SUN SUH.

Antonio Caramia

Docente di Storia dell’Arte

La mostra “Protagonisti del Tempo d’arte 2” è stata un vero successo

C’è un museo in Calabria: il “Museo del Cedro”, in località Santa Maria del Cedro, sospeso tra le colline del Parco Nazionale del Pollino e le splendide coste del basso mar Tirreno, oggi un posto “metafisico” e di notevole interesse culturale. Nato intorno al XVI sec., conosciuto nella cronistoria col nome di “Carcere dell’Impresa”; restaurato in modo impeccabile con un intervento di carattere rigenerativo, fu sede di un “antico opificio”. Oggi ci viene restituito semplicemente come un “museo della cultura”, che ha donato i suoi spazi, persi nel tempo e nella storia, per una mostra durate più di un mese, dal titolo: “Protagonisti del tempo d’arte 2”.

Un numero consistente di artisti, provenienti da tutta Italia e dall’estero, ha esposto una serie di opere di ogni genere e tecnica in una collettiva che ha visto una straordinaria compartecipazione di personalità autorevoli (nazionali e locali), giornalisti, media, scuole e gente comune. 

La storia e l’impegno costante dei calabresi hanno reso questo posto un importante luogo di attività culturali e d’iniziative finalizzate alla conoscenza e alla valorizzazione, non soltanto del frutto locale, vanto di una comunità in continuo fermento: il cedro, ma dello sviluppo all’interno del panorama socio-culturale di tutta la riviera tirrenica. 

A tal proposito, va sottolineato (finalmente) che c’è anche un’altra Calabria, fatta d’impegno, sacrifici e lavoro: è la Calabria della cultura della Magna Grecia, della scuola, degli artisti, degli operatori culturali e turistici; di gente che ama il proprio territorio e che vuole mostrare ciò che i media spesso tendono ad accantonare e stigmatizzare. È la Calabria (quella che non siamo abituati a vedere) dove non c’è pregiudizio, quella della gente che ci mette, nell’organizzare con passione e serietà, qualsiasi tipo di attività preposta alla valorizzazione sociale e culturale. Grazie a questo fermento, infatti, si è potuta organizzare una ricca mostra che ha visto nella serata inaugurale, una partecipazione straordinaria che merita di essere menzionata. Tale partecipazione è stata arricchita dalla presenza di autorità di notevole importanza, di un giornalismo specifico, di una critica mirata e soprattutto di una particolare passione per le arti figurative: un ottimo cocktail di benvenuto sulle rive del Tirreno.

Antonio Caramia e Vittorio Sgarbi

Tra le autorità presenti meritano di essere citate quelle considerazioni che hanno sottolineato l’importanza di un progetto finalizzato alla trasmissione di valori artistici e culturali, ma soprattutto di valorizzazione del territorio: il professor e critico d’arte Vittorio Sgarbi, che ha decantato, attraverso uno straordinario e diacronico collegamento, il “Cantico dei cantici” (testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana) con il territorio, l’arte e la cultura locale. Lo stesso ha poi evidenziato, nei vari interventi, quanto le avanguardie storiche non hanno avuto molta presa sul panorama degli odierni artisti che invece continuano il loro operato prediligendo perlopiù le tecniche tradizionali, chi con estrema capacità pittorica e chi, semplicemente con la propria inesauribile passione. Il giornalista e conduttore Paolo Di Giannantonio, sempre con voce pacata e ben calibrata, ha espresso considerazione positive in merito all’iniziativa e al territorio e al costante impegno delle autorità locali, insieme a tutti gli altri ospiti tra cui: il sindaco della città Ugo Vetere, Gianluca Gallo(assessore e consigliere della regione Calabria), Daniela Rambaldi della “Fondazione Carlo Rambaldi, hanno tutti puntato soprattutto sul concetto di sinergia, vincente quando c’è impegno e collaborazione. Non va dimenticata la partecipazione dei ragazzi (composta e straordinaria) dell’IIS di Praia a Mare che hanno, insieme alla dirigente Maria Cristina Rippa e ai suoi docenti, deliziato il palato di tutti gli invitati con le loro prelibatezze di arte culinaria. 

Antonio Caramia e Paolo Di Giannantonio

La mostra ha avuto una tale risonanza che le visite sono state prolungate di due settimane e, alla sua seconda edizione, ha visto ancora una volta protagonista la curatrice e artista Angiolina Marchese che è riuscita a mettere insieme un complesso organizzativo ben articolato insieme a un team di alta qualità e grande sensibilità artistica, in nome della valorizzazione del territorio.

Non vanno dimenticati soprattutto gli artisti partecipanti (veri protagonisti dell’evento) che, con le loro opere, la loro diversità, il loro impegno, professionalità e passione, hanno fatto da collante e da comune denominatore nella finalizzazione positiva dell’evento. Le loro opere, piene di temi di notevole importanza tecnica e contenutistica, sono state sinonimo di personalità e elaborazione passionale e possono essere raccolte (tutte) in una felice espressione del pittore russo Kandjinsky: “La vera opera d’arte nasce dall’artista in modo misterioso, enigmatico, mistico. Staccandosi da lui assume una sua personalità, e diviene un soggetto indipendente con un suo respiro spirituale e una sua vita concreta…”

Si ferma orologio
50×50 cm Olio su tela 2017

In conclusione va ricordato un pensiero: tra tutte le cose che dividono gli uomini, la Cultura: questa strana maestra, è l’unica che tende a moltiplicarsi, se divisa. 

Citiamo di seguito gli artisti partecipanti con una piccola riflessione sul loro lavoro. E come disse di Curbet in una sua lettera all’amico scrittore Guy De Maupassant riguardo l’opera “I funerali ad Orans”: “non c’è chi non voglia essere ritratto, ma non potrò accontentarli tutti”.

LISTA ARTISTI:

Alessio Ierardi “My Selfs”, con una sintetica, ma efficace esercitazione caravaggesca; Albertino Spina, che ripercorre un’esperienza solida attraverso l’impressionismo cavaraggesco; Amjed Rifaie, sintetica e grafica in un volto femminile sensuale e onomotopeico; Andrea Cerqua, con un romantico tramonto tirrenico affacciato su un mare lapislazzuli; Angela De Franco, immersa in una Eden paesaggistica in cui il soggetto protagonista è la pianta del cedro che diventa l’albero della vita; Angela Lento, polimaterico sospeso tra surrealismo magico e fiabesco; Angela Russo, impegnata in una composizione figurativo astratta da tonalità ricche, con forte impatto grafico; Angiolina Marchese, con una natura morta inquadrata in maniera moderna, secondo la tecnica dello still life; Annarita Pancini, con un polimaterico a rilievo, tra freschezza del segno e luminosità cromatica; Antonella Aiello, con un ritratto in ambiente calabrese e una finestra strappata a Magritte; Antonella De Medici, in un quotidiano ritratto di un positivo futuro dell’umanità; Antonella Pinto, in una felice interpretazione di un ulivo in chiave divisionista; Antonio Caramia, immerso con la fantasia in un soggetto libero e svolazzante tra surrealismo magico e metafisica; Antonio Russo Galante, in una metonimia del “Quarto Stato” in chiave moderna; Aranka Szèkely, con una scena di vita quotidiana ferma in un’attesa; Arkadiusz Sedek, il più concettuale degli espositori, con una immagine digitale riflessa, “photo-elaborata”, di forte impatto comunicativo; Carla Pugliano, con un figurativo che mette in simbiosi umana essenza e natura; Carla Filippi “Nèvel”, con un notturno paesaggio marino a sfondo metropolitano; Carmelita Caruso, intrapresa in un “saggio” con tecnica mista di ricordi depositati nella mente; Carmelo Perri, con una composizione metafisica e onirica; Claudio Sciascia, in una felice interpretazione in chiave naturalistica con colori alla Gaugain; Concetta Russo, con uno scorcio di donna a forme dispersive in chiave espressionista (fouve); Corradino Corrado, reportage pittorico figurativo tra antropologia e fotostoria; Doralucia Cioglia Brasil, con siluette che svolazzano in uno spazio astratto alla maniera di Matisse; Dorotea Li Causi, con una maternità prosperosa in chiave cubista e geometrica; Eleonora Sala, con un’opera dirompente pluridirezionale in chiave post futurista; Emma Bitri, con un abbraccio passionale dalla stesura grafica e compositiva alla Klimt; Enio Di Stefano, con una natura morta consumata e imprigionata dalla luce; Enzo Spina, figura allungata alla Giacometti, ma trattata con materiale argilloso e monocromatico;  Eugenia Loiero, che si immerge nella cultura della Magna Grecia rappresentando un guerriero dorico; Fausto Nazer, con un ombrello rosso in un mare di piovosi grigi, sinonimo di diversità e solitudine; Fernando D’Ospina, con un volto espressionista e ben organizzato nel segno; Franco Grisolano “Fra Gri”, che inquadra una composizione grafico pittorica dei tramonti calabresi; Francesca Paoletta, in una felice coniugazione astratta tra cultura e arte della strada; Francesca Mazza, con una poesia, di cui un estratto: “…Iride primaverile, cuore puerile”, commenta, in un vortice di passionale, le pulsioni creative di ogni artista;  Franco Garuti, con una perfetta simbiosi figurativa tra musica e pittura; Franco Rino Nanu, con un gioco astratto di figure che si materializzano in un ricco cromatico “carresecare”; Francesco Naccari, che si immerge in un gioco impetuoso di cromie astratte e ben equilibrate; Francesco Bulzis, in un polimaterico che ritrae una donna avvolta da un’intricata natura autunnale a rilievo; Francesco Diana “ Kekko”, con un intreccio di mani sinonimo di pace, amore e trascendenza; Giuseppina Irene Groccia, con una grafica sintetica ed impetuosa di un volto di giovane donna; Giusi Spadola Incatasciato, con calda veduta di mare trattata con pennellate alla Chagall; Gregorio Procopio, che crea una sineddoche retorica e ironica tra asprezza naturale e umana; Giacomina Di Salvo “εδεν DSG”, che elabora una composizione classicista in chiave naïf con una tecnica a rilievo; Ines Fragale, con un boscoso paesaggio autunnale contornato da foglie e alberi; Isella Bongiorni, in una maternità figurativa, ma fortemente simbolica; Iva Tufo Kamala, con un enigmatico ed efficace messaggio tra tempo, guerra e pace; Karen Thomas, con un compromesso visivo propone uno sfondo paesaggistico creando un’immagine astratta alla Schifano; Laura Bruno, con un forte messaggio di etica globale e umanitaria; Loredana Mondello, con una serie di volti significativi che emergono vigorosi simultaneamente; Lorella Lauricella, in un naïf figurativo con pennellate di getto orizzontali e verticali; Luciano Tigani, immerso in una natura autunnale e ben composta pittoricamente; Luisa Barrano, sensuale rappresentazione pittorica di donna con la natura; Marcello La Neve, con pregevoli effetti in trasparenza, delicati e comunicativi; Mariagrazia Zanetti, con un vortice compositivo di marcata sensibilità astratta e cromatica; Maria Di Maio, immersa splendidamente con un veliero nell’azzurro Mar del Tirreno; Martina Russo, con un’opera simbolica e immensa caratterizzata dalla presenza di una simbolica fenice liberatoria; Massimo Fraboni, con tecnica veloce e singolare che ricorda le opere di Clemente; Monia Micaletto, con un ritratto che dà giustizia alla pittura superando l’effetto fotografico; Monica Arabia, con un ritratto di Pasolini eseguito alla perfezione in terracotta smaltata; Monika Golc, con profilo di donna in pausa di riflessione, essenza del pensiero umano; Nadia Martorano, che come Monet si immerge in uno stagno policromo e vivace dalle tonalità fredde calde; Ombretta Del Monte, rivoluzionaria e suprematista nel segno e nei colori; Ottavio Pedditzi, che come Mirò si immerge in una composizione surreale e astratta; Paolo Graziani, con una felice realizzazione astratta e informale; Paolo Cetraro, dove il rapporto umano si intreccia tra antropomorfia e gigantomachia; Paolo Graziani, con tonalità dolci e fredde dipinge una intimità che induce l’osservatore ad un pensiero profondo sull’esistenza umana, usando una tecnica astratta e ai limiti dell’informale; Paolo Lelli, pura comunicazione concettuale con una grafica aderenziale e rassegnata alla provocazione; Pasquale Terracciano, che gioca con una grafica pittorica dal richiamo magico surrealista; Patrizia Almonti, con un pannello quadrilobato policromatico rievocativo delle formelle del Battistero di San Giovanni a Firenze, ma con soggetti personalizzati e localizzati; Patrizia Di Benedetto, con un bis di sculture di donna realizzate con pirofila in perfetto equilibrio con lo spazio circostante; Patrizia Lo Feudo, che concretizza, in chiave realistica, una Venere botticelliana, circondata da simboliche farfalle, metafore di libertà; Pinella Imbesi, con un paesaggio collinare immerso in un silenzio che ferma il tempo e lo spazio; Pino Indrieri, in un romantico scorcio impressionista, ma lavorato alla “macchia”; Raul Risio, in una geometrica e efficace descrizione realista della natura; Roberto Urbani, che concettualizza, attraverso un piumaggio azzurro, un atto di fede e misericordia umana; Roky Marchese, in una danza grafico tribale dai sapori etnici; Rosanna Messina, con una donna di profilo ben organizzata su un fondo marino; Rosanna Vetturini, con un nudo di spalle elaborato con tecnica lampo ed espressionista; Rosella Giorgetti, con una lucifera esplosione di passione cromatica; Rossana Chiappetta, con una natura morta dalle cromie alla Carrà; Roxette Pa, con ritratto bicromatico a mezzo volto in primo piano; Salvatore Migale, che raccoglie gli indumenti di Pistoletto per crea una composizione concettuale in chiave fashion; Santiago Belacqua, con una intrecciata ricchezza di figure singolari e una  frontale “Pietà”, dipinta con toni caldi e freddi che conferiscono ricchezza cromatica e compositiva; Stefano Sommariva, con un omaggio astrattista al “Gruppo forma” e soprattutto a Piero Dorazio; Tony Morelli, in una composizione figurativa con un cielo che si stratifica in un profondo autunno; Vincenzo Andracchio, con una singolare traslazione simbolica dell’uomo in rapporto al mondo; in fine Yolanda Di Fede, che si immerge in uno spazio espressionista con cromie alla Matisse.

La mostra ha lasciato nei partecipanti, organizzatori e nella comunità ospitante, quel sapore tipico della Calabria, sospeso tra cortesia, gentilezza e un pizzico di asprezza tipica del cedro, il tutto sotto la splendida cornice dei tramonti tirrenici.

Antonio Caramia

“IMPRONTE D’AUTORE…”CINQUE ARTISTI JONICO SALENTINI A CONFRONTO

CINQUE ARTISTI JONICO SALENTINI A CONFRONTO

la locandina dell’evento artistico

È la Puglia, regione costernata da bianche case, splendido mare, paesaggi emozionanti e sapori unici al mondo. Quella Puglia che è anche terra di artisti, nuovi o vecchi, ma non ha importanza perché sempre giovani nelle idee e nelle loro proposte artistiche. Così, nelle prestigiose sale del Palazzo Ducale di Martina Franca, costruito nel 1668, ad opera dell’ottavo duca di Martina Petracone V Caracciolo (come si evince dall’incisione dell’architrave del portale), il giorno 11 agosto 2021 sarà inaugurata una mostra a cui hanno aderito cinque artisti del territorio jonico salentino. La mostra durerà cinque giorni fino al 15 agosto con un vernissage aperto a tutti. La sala con le opere sarà inaugurata alle 18,30 dell’11 agosto e ci saranno gli stessi artisti, il sindaco di Martina Franca, Francesco Ancona; l’assessore alla cultura della stessa città, Antonio Scialpi; il prof. Piero Marinò,critico d’arte e il presidente dell’associazione AUSER di Martina Franca, Luigi Chiarelli. Gli artisti che saranno presenti con le loro opere sono, in ordine alfabetico, Antonio Caramia di Grottaglie; Davide Chionna di Francavilla Fontana; Giovanni Mappa di Massafra; Carmelinda Petraroli di San Giorgio Jonico; Rita Protopapa di Talsano.

La mostra si raccoglie intorno al titolo “IMPRONTE D’AUTORE…” sottolineandone con questo il profilo artistico, l’esperienza e la professionalità degli artisti partecipanti. L’Evento è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra gli artisti stessi, il comune di Martina Franca e l’associazione Auser con a capo Luigi Chiarelli che ne ha formalizzato la richiesta di esposizione, protocollata dagli uffici competenti del comune martinese.

Vediamo nel dettaglio alcune caratteristiche delle personalità artistiche che espongono partendo da Rita Protopapa che secondo Cracas, è “autrice di una pittura di grande valenza evocativa, perfetta sintesi di spunti narrativi e simbolici ispirati dalla vita, dalla memoria, dalla storia… rielaborati dalla fantasia creatrice in ambientazioni e atmosfere surreali…”. Rita è un’artista che sente il colore, la forma e il segno. Distrugge la realtà e la sostituisce con una sua visione del mondo onirica e originale trattata con sicurezza attraverso l’utilizzo di pennellate fluide e spontanee che danno alle sue opere vigore e fermento poetico.

Carmelinda Petraroli si dichiara al pubblico: “Dipingere per me, equivale a mettere a nudo la mia anima senza dire una sola parola… L’emozione suscitata da coloro che osservano, è la più grande delle conquiste e se questo avviene, vuol dire che ho realizzato la mia massima aspirazione. Come non essere felice?”. Da questa considerazione parte una riflessione: la ricerca di un rapporto umano e teosofico dell’arte e attraverso l’arte. La sua ha tutta l’aria di una competizione con se stessa. Ritengo sia la più profonda del gruppo (in senso artistico); un mondo in bilico tra la cruda esistenza dell’uomo e le manifestazioni di rottura che l’uomo stesso crea con l’impetuosa e contraddittoria natura umana con il mondo. Il suo lavoro cerca di strappare il senso buono delle cose attraverso la riflessione e la promozione artistico/pittorica di cui ella stessa si nutre. Il caos che emerge in alcune sue opere non è rottura con l’arte, ma elaborazione di una riflessione sostanziale e pedagogica.

Figlio di un maestro fabbro, l’architetto Davide Chionna è autore anche di “aerosculture”, la sua produzione ruota nello spazio. Egli ha imparato bene il mestiere e osservando le sue opere si percepiscono grammatiche visive, litoti comunicative. Si tratta di un uccello stilizzato o dello svolazzare delle frecce tricolori? entrambe le cose agiscono con teosofica persistenza fondendosi con lo spazio e con un vuoto immaginario. Davide è un artista in continua ricerca, abile soprattutto nel non scartare a priori tecniche e materiali.

Invece c’è un artista a Massafra che produce atmosfere scultoree di primo piano. Amico di materiali nobili come pietra, gesso, marmo, legno, Giovanni è promotore di un perfetto assemblage; la sua è una grammatica metaforica che mette in contatto valori e simboli umani tradotti da questi perfetti materiali. L’arte in lui non è pietra o legno, ma legno e pietra insieme, in armonia; un dialogo classico che rievoca speranze e legami con l’umanità intera in un infinito percorso, senza tempo. L’artista massafrese, nella ricerca di tali obiettivi, manifesta originalità ideativa e finezza esecutiva.

Caramia invece, docente di Storia delle Arti visive, lo ritroviamo in un felice commento di Beatrice Volpe, operatrice culturale di Rai Basilicata in un premio d’arte vinto dall’artista nel 2015, presso Maratea, che dichiara: “Caramia è un pittore di Grottaglie dalla singolare freschezza ideativa; sicurezza nel tratto, gusto del colore, fervida fantasia e un pizzico di ironia, sono i tratti tipici di Caramia che dopo l’esordio sul filo dell’espressionismo, adesso si muove sicuro su un percorso individuale e originale tra Metafisica e Surrealismo”. La sua è effettivamente una pittura solidamente immaginaria da collocare nel mondo del surrealismo magico: Isole sospese nella mente o isola-menti? Si tratta di una fuga dal mondo reale alla ricerca di mondi immaginari, ambienti migliori dove tutto è possibile, quei mondi che, in fondo, tutti desidereremmo conoscere e toccare con mano almeno una volta nella vita. Il suo lavoro si può sintetizzare come un cliché dei desideri più profondi e irrazionali dell’uomo, espressi con originale e personale maestria tecnica. Appunto, copie di “una fervida immaginazione”. L’immaginazione è l’estensione della realtà che rende piacevole la vita.

Carmen Galeone. Tutta la tradizione in un “READY MADE” localizzato e originale

Carmen Galeone, classe 1981, ha frequentato l’Istituto d’Arte di Grottaglie e si è diplomata in “arti grafiche”. Sin dall’adolescenza dimostra una spiccata passione per i colori e gli strumenti per la pittura (tra cui in particolar modo le matite colorate che gli venivano regalate spesso con commovente e umana dimostrazione d’affetto da parte del nonno).

Carmen Galeone con uno dei suoi primi elaborati pittorici

Carmen dipinge tanto: tele, cartoni, superfici di vario genere, passa dalla tela al legno e alla ceramica..fino a quando ritrova un vecchio oggetto che le nuove generezioni non possono più riconoscere: lo stricaturo. Un semplice pezzo di legno, spesso 4 cm circa liscio da un lato e dentellato dall’altro. La prima ad esserne privata furtivamente del suo utilizzo è la suocera (Carmen lo immagina dipinto), trova in esso una notevole fonte di ispirazione che mette in moto la sua creatività. Da questo momento inizierà la storia dello stricaturo trasformato in “Lo stricaturo”.  Dipingere su commissione stricaturi personalizzati è per Carmen un motivo che la avvicinerà all’arte della pittura mountain bike, infatti dipingere su superfici sconnesse non sarà mai una passeggiata in bicicletta ma una corsa su un terreno sconnesso e spesso insidioso. Carmen ha un suo marchio, a proposito colgo l’occasione per complimentarmi con chi lo ha realizzato, un logo registrato e riconosciuto legalmente. La sua prima attività è quella di dipingere ma la seconda è quella di mostrare agli operatori commerciali, ai privati, a piccoli e grandi appassionati collezionisti amanti di oggetti originali e unici e non di riproduzioni seriali, il suo manufatto artistico.

stricaturo con tecnica pittorica

Per Carmen, dopo le sue prime esperienze, oggi dipingere rappresenta l’innata vocazione che ha saputo trasformare negli anni in un progetto preciso, sicuro e originale, accompagnandolo con tanto di marchio registrato e certificato. “Lo Stricaturo”, vezzeggiativo dialettale grottagliese che indica una primitiva “lavatrice di vecchio stampo”(oggetto che con il solo sfregamento delle braccia e della fatica umana, in special modo delle donne, curava la salute di quei panni che erano il corredo limitato di molte famiglie). Questo oggetto, spigoloso ma di caldo legno, ha i segni della storia, del tempo, dell’amore, della fatica umana e a i suoi tempi amoreggiava con la cosiddetta lissia (sapone schiumoso e fluido che si formava nello strofinamento); un’attività durata per secoli e senza l’uso di corrente elettrica che è oggi la metafora artistica di questa donna uscita come i tanti, dall’Istituto d’Arte di Grottaglie, con le loro idee, progetti e proposte creative.

E lo stricaturo? È tutto qui? NO!

stricaturo con tecnica grafica

Carmen Galeone, in un processo di Ready Made (riconcettualizzazione e ricollocazione dell’oggetto industriale proposto da molti artisti importanti agli inizi del ‘900 come forma di contestazione all’arte compiacente e di rappresentazione) lo ripropone in chiave originale, ricollocandolo al centro della nostra attenzione come oggetto d’arte. Una superficie difficile da dipingere per diversi motivi: asimmetrica, dentellata, porosa impedisce qualsiasi contemplazione rilassata e semplice di immagini che si vogliano riportare. Dipingere sullo stricaturo, come ho già scritto, è come pedalare su un terreno sconnesso, richiede capacità pittoriche sempre nuove e mai ridondanti, non è un’azione di ripetitività decorativa, ma una nuova formula ad hoc in base al compromesso di superficie/soggetto/grandezza/difficoltà, problematiche sempre diverse da elaborato ad elaborato; un caos tecnico che non sempre si rivela di facili realizzazioni. Quando poi questo oggetto, a volte ritrovato e a volte rigenerato in falegnameria, diventa di piccolissime dimensioni allora la sua realizzazione diventa quasi impossibile. Eppure Carmen ci prova con coraggio, con impegno ma sopratutto con passione. In arte infatti è la passione che conta, come nella danza e nella musica… “Lo stricaturo” è un oggetto originale, unico.. è recupero della storia dei nostri nonni e della nostra esistenza… è recupero ecologico delle nostre menti ormai digitalizzate. Ella ingaggia una lotta al futuro per dichiarare il suo amore per il passato e di tutto ciò che questo ci ha donato. “Prendere ciò che è buono del passato e riqualificarlo” è un atto d’amore che va premiato con la considerazione della cittadinanza e della critica, locale e non. L’arte non deve essere bella e compiacente, deve educare e sensibilizzare, contestare e denunciare, imitare ed insegnare, e deve essere soprattutto un monito per il futuro. Spesso ciò che la religione non è riuscita a compiere lo ha fatto l’arte. Arte è libertà di pensiero, informazione senza speculazione è tutto e nulla, ma soprattutto è ciò che nasce dall’anima. Per fare arte non è necessario saper dipingere o scolpire ma è importante saper comunicare e saper scuotere le coscienze e questo lo si può fare nel grande ma anche nel proprio piccolo e nella propria intimità artistica senza necessariamente essere sotto i riflettori di tutti. Carmen riesce dunque ha recuperare, attraverso questa operazione (lei stessa forse non se ne rende conto, come non se ne accorsero nemmeno i dadaisti all’atto iniziale delle loro performance artistiche) una parte buona della nostra storia.

“Lo stricaturo” ferma il tempo, ci fa girare indietro e sorridere al passato, allo stesso tempo ne crea un’altro che è quello di oggi e del nostro futuro. Non è un soggetto creato e distribuito in serie per mostrarsi al pubblico; non è il soggetto della compiacenza dell’acquirente ma l’oggetto di recupero, sempre in “chiave indecifrabile”, si, perchè non sapremo mai quale e come sarà il prossimo stricaturo. Il ruolo è la riqualificazione dell’oggetto che una volta è figurativo e pittorico, una volta è astratto, una volta è grafico, ma alla fine è l’oggetto di consumo non quotidiano, l’oggetto d’arte e non un semplice manufatto artigianale. Spesso negli artisti troviamo pentimenti tecnici, è vero! al lordo dei fatti però. In Carmen va calcolata la difficoltà della superficie che chi non dipinge non può sapere e può conoscere..  Oggi tutti sono alla ricerca della perfezione.. Carmen evita l’artefatto e si mostra al pubblico con le sue caratteristiche migliori: semplicità e creatività.  “Lo stricaturo” ci piace così, non necessariamente bello, ma spesso spesso bello; non lo stereotipo della bellezza della tecnica pittorica, ma un prodotto della coscienza pittorica umana; non una festa per gli occhi, ma un interessante e originale oggetto unico.  Semplicemente preferiamo che sia la testimonianza di un atto che non imita l’omologazione ma che trae ispirazione dal tempo e dalla storia… Lo stricaturo.

Antonio Caramia docente di Storia dell’Arte

GABRIELLA RODIA, LUSTRO DI ARTE E CULTURA PER GROTTAGLIE

Gabriella Rodia, un’artista Grottagliese promotrice di eventi culturali, non solo per conto dell’associazione Utopia di Grottaglie, ma anche per gruppi culturali di altre località.

Riflettevo intorno alle mie conoscenze nel mondo delle arti figurative e ho trovato sempre qualcuno che conosce Rodia: un pittore, un freelace, un grafico o semplicemente un amico. Gabriella è un’artista che ha uno stile pittorico libero, la sua pittura non è ricercata nei dettagli ma libera di ogni influenza stilistica e storica, questo non vuol dire che non risenta di influenze inferenziali, anzi volendo potremmo accostarla agli impressionisti, con tratti fouvisti come quelli di Matisse, con una particolare attenzione alla natura morta. Il suo è un tratto semplice e continuo, poco sfumato con linee decise e marcate. La sua collocazione in ambito artistico è mercenaria, ma non nel senso di colei che si vende al miglior offerente ma di chi offre il meglio della propria esperienza per contribuire al successo di qualsiasi evento con il suo timbro, sempre strettamente culturale. Il suo è un lavoro che viene apprezzato perché c’è anima e amore organizzativo negli eventi artistici e culturali, molto apprezzati dal pubblico che ama questo genere di avvenimenti. Come non apprezzare colei che organizza, prepara, scompone e ricompone tutto ciò che gli passa nella mente?

Gabriella Rodia è l’artista che mentre dipinge sta pensando al “come” e al “dove” organizzare un evento culturale per gli altri. In questo ambito è presa da una sorta di proiezione d’animo che la spinge a valorizzare l’arte sul territorio e a coinvolgere tutti coloro che sentono di poter esprimere un’idea attraverso questo strumento formidabile di comunicazione, come non apprezzarla? come non starle vicino e seguirla? L’artista si fa strada con ammirevole pazienza e silenzio, in un mondo che invece viene ormai riempito da banalità. Arte è cultura! Gabriella lo sa… lo dimostra ogni giorno con la sua passione per gli eventi che si susseguono e che promuove con parsimonia.

La pittrice, molto conosciuta sul territorio ha un ruolo educativo e pedagogico impercettibile ma non indifferente nella nostra grigia società che tende a colorare e promuovere quasi sempre con successo.

Ho visitato l’ultima mostra concorso organizzata dalla sua associazione alla quale molto volentieri ho voluto partecipare anche io, ho notato amore per l’Arte, conoscenza, professionalità e serietà, ma soprattutto il senso del gruppo e del rispetto tra i partecipanti con un unico scopo: far vivere la cultura e la storia nel senso più profondo del termine.

In questa occasione la rassegna si è così conclusa, riporto la rassegna stampa coì come è stata annunciata:

Grottaglie- Il 26 e il 27 agosto 2020 si è svolto ” L’Arte È L’Espressione Del Pensiero Più Profondo” I°Premio Città Di Grottaglie. Progetto pittorico focalizzato su l’occhio attento e sensibile dell’Artista che ha elaborato situazioni tipiche della vita di ogni giorno. I dipinti hanno stimolato riflessioni sul destino imperscrutabile che contraddistingue l’essere umano. Ma in fondo l’elemento predominante nelle Opere che sono state esposte, rappresenta una presa di coscienza degli Artisti che attraverso i colori e gli stili elaborati con maestria ci hanno trasmesso il loro pensiero critico, i propri dubbi, le proprie aspettative, per un mondo che cambia inesorabilmente. In definitiva è stata una esposizione che ha voluto misurarsi con il sale stesso dell’esistenza. Tutti gli Artisti partecipanti al Concorso e fuori Concorso (Ernesto Gennaro Solferino, Gabriella Rodia, Antonio Caramia, Elisabetta Lenti, Tina Quaranta, Lucia Pelagi,Angelo Monte, Rita Protopapa, Monica Scalera, Anna Laliscia, Giovanna D’Errico, Mary Sgobba, Francesco De Roma, Carmine Petrarulo, Umberto Colapinto, Isa Tavarilli, Angela Di Stasi, Maria Teresa Di Nardo, Iole Argentina, Maria Concetta Lomartire, Filomena Zizzi, Maria Giovanna Campagnolo, Rita Maiani, Gabriella Viapiana, Andrea Contaldi, Mirène Geninet). Il tutto allestito nel Parco Della Civiltà luogo in cui l’Ass. Culturale Utòpia e l’Ass. Artistica la Casaccia di Francavilla Fontana sono state ospitate. Nella seconda e conclusiva serata i 27 agosto c’è stata l’assegnazione dei Premi di entrambe le sezioni cioè: Sezione di Opere da Studio,Sezione di Opere realizzate in estemporanea. Dopo un’attenta valutazione della Giuria di Esperti composta da- il Presidente di Giuria il Dr. Ciro Petrarulo, il Prof. Ernesto Gennaro Solferino Artista, la Prof.ssa di Storia dell’Arte ed Architetto Margaret Montanaro, la Dott.ssa Giornalista e Critica d’Arte Lucia Basile, la Segretaria Direttrice Artistica di Utòpia e Pittrice Gabriella Rodia, è stato decretato: SEZIONE OPERE DA STUDIO– 5° classificato Mirène Geninet 4°classificato Umberto Colapinto 3°classificato in ex aequo Gabriella Viapiana Maria Giovanna Campagnolo Tina Quaranta 2°classificato Lucia Pelagi 1° classificato Rita Maiani SEZIONE OPERE IN ESTEMPORANEA 5° classificato in ex aequo Maria Concetta Lomartire Iole Argentina Mirène Geninet 4° Rita Protopapa 3°Umberto Colapinto 2°Andrea Contaldi 1° Maria Giovanna Campagnolo Le Opere realizzate in estemporanea sono state messe all’Asta con l’obiettivo di devolvere il ricavato in beneficenza ad AUTISMIAMO. Associazione quest’ultima che ha come scopo la difesa dei diritti delle persone con disabilità intellettiva, in maniera specifica quella del Disturbo dello Spettro Autistico, promuovere inoltre un’assistenza sanitaria e sociale adeguata alle linee guida indicate dalla comunità scientifica internazionale. Conclusa la fase di premiazione e la successiva asta di beneficenza, abbiamo assistito ad un gradevolissimo Galà musicale regalatoci dal Maestro Ivano Barbiero, Pianista Compositore Concertista.

DINO VENTURA TRA COLORI E PAROLE CHIAVE

DINO VENTURA TRA COLORI E PAROLE CHIAVE

Ventidue quadri in esposizione che “raccontano la mancanza di comunicazione tra la gente”, Dino Ventura si è espresso in questo modo quando mi ha contattato per una fraterna chiacchierata sull’arte. Le sue opere sono diverse per dimensioni, ma non è questo che conta! Ciò che invece è importante è la capacita di sintesi cromatica e di accostamenti che fanno di lui un artista conforte sensibilità compositiva, originalità cromatica e di una sintesi dei più acclamati linguaggi astrattisti della storia: le sue opere ripercorrono decenni di storia dell’arte in un solo momento. Non è Marc Rothko con le sue composizioni monocrome, né Mario Schifano che invece distribuiva colore casualmente e rompeva gli schemi della rappresentazione, e nemmeno Piet Mondrian che invece delimita geometricamente gli spazi colore con linee verticali e orizzontali. Ventura traduce colore, forma e geometria in un unicum comunicativo emozionale, rilassante e terapeutico, inserendo dettagli calligrafici che ripercorrono la più autentica scuola tipografica dei primi del novecento con lettering tipo: times, Courier, Arial ecc… corsivi o calligrafici o normal (intrecci di diverse culture temporali e spaziali). Le sue opere non sono dei rebus surrealisti, ma dei messaggi mentali chiari e precisi, profondi e ben articolati, generati da denominatori importanti tra cui un’armonia cromatica musicale che va dai colori cromatici puri ai colori tonali in chiave chiara e scura, in perfetto equilibrio tra loro. Ventura fa amare l’arte astratta recuperando vecchi schemi e riproponendoli in chiave descrittiva e denotativa, ma è la connotazione, quella nascosta al pubblico, che ha bisogno di essere sviscerata e compresa fino in fondo. La pittura dell’artista è piena di vitalità e fervore artistico, non solo cromatico, ma anche sensoriale; non ha bisogno di esprimersi con le forme figurative ma si autosuggerisce con vitalità colorimetrica introspettiva, dedita al pensiero essenziale puro, non dibattuto e approfondito, per questo suggerisce linee di preciso contrasto e determinanti con pochi suggerimentitestuali che sono chiavi di lettura indispensabili alla comprensione del suo lavoro. Oltre ai forti contrasti cromatici, abbina dunque parole (ispirandosi alla migliore scuola futurista e cubista), aperte tratte da poesie guidando l’osservatore nella comprensione delle sue opere e facendogli intraprendere un viaggio riflessivo intimo ed emozionale.

L’opera di Ventura è come un vetro coperto dalla brezza, dall’umidità che non lascia trasparire lo spazio e la visione di ciò che è situato dall’altra parte; un vetro appannato all’osservatore che inconsciamente(comunque), alla fine, sa quanta bellezza troverà comprendendo l’opera.  


La mostra è esposta nel Monastero di Sant’Antonio di Rivello (Pz) un paese di 3000 abitanti a 20 minuti da Maratea. “Opere recenti” dal 13 al 28 agosto 2020 presso Ex Monastero di Sant’Antonio a Rivello (PZ). Ad oggi la nostra è stata visitata da oltre 800 visitatori anche grazie alla splendida location riccamente affrescata da artisti del “500.

APULIA CONTEMPORARY ART PRIZE 2020

Sabato 5 settembre 2020 alle ore 18.30 presso la sede di Bibart Biennale, Chiesa di Santa Teresa dei Maschi, si terrà l’apertura dell’Apulia Contemporary Art Prize 2020, mostra concorso organizzata dall’Associazione di Promozione Sociale FEDERICO II EVENTI, VALLISA Cultura, BIBART Biennale in collaborazione con ass. I bisbiglii dell’Anima e con i patrocini di Comune di Bari e Comune di Gioia del Colle.

All’evento saranno presenti l’Assessore alle politiche culturali e turistiche della città di Bari Ines Pierucci e il Prof. Paolo Ponzio coordinatore del piano strategico Cultura della Regione Puglia.

Miguel Gomez direttore del premio spiega le motivazioni dello stesso: in questo tempo incerto, che ne è del grande calderone di mezzi espressivi dell’arte? Domanda provocatoria, in cui non si ha la consapevolezza di poter dare risposte, per la complessità del tema, e un po’ perché le uniche risposte dovranno essere affidate agli stessi artisti, in sintesi, solo l’arte potrà dire cosa sarà dell’arte dopo la pandemia.

Ci troviamo ad osservare un mondo dove il caos comunicativo ha creato la non-estetica, e a un primo sguardo ci stiamo accorgendo che l’arte si è chiusa in un mondo esclusivo e che non include, un mondo indecifrabile dove il linguaggio alieno e incomprensibile è divenuto padrone. Tutto questo prima del covid era tollerato e accettato senza euforia ma con rassegnazione, oggi nel forse dopo covid questi linguaggi ci auguriamo di non accettarli più, siamo convinti che l’arte per continuare a essere tale deve necessariamente cambiare. Apulia contemporary art prize è una mostra concorso che ha per tema,  “La bellezza ritrovata”. in questa fase di lenta ripresa dopo la tragedia del virus dobbiamo rivedere il mondo con occhi diversi, l’intento è quello di osservare queste opere con occhi rinnovati, uno sguardo indietro per proiettarci nel futuro.

In esposizione 54 artisti con opere provenienti da Puglia, Basilicata, Sicilia, Lazio, Valle d’Aosta, Lombardia, Abruzzo, Veneto.

Monica Abbondanzia, Lusa (Sergio Abbrescia), Milena Achille, Maria Bitetti, Damiano Bitritto, Francesca Brivio, Roberto Capriuolo, Antonio Caramia, Francesco Cardone, Cesare Cassone, Marco Ciccarese, Pasquale Conserva, Anna Cristino, Pasquale Dalle Luche, Emanuela De Franceschi, Arcangela Di Fede, Raffaella Fato, Canio Franculli, Germana Galdi, Nancy Gesario, Mara Giuliani, Roberta Guarna, Mina Larocca, Rosa Leone, Gabriele  Liso, Antonella Lozito, Andrea Mangia, Cesare Maremonti, Nilde Mastrosimone De Troyli, Alessandro Matassa, Giuseppe Miglionico, Mimmo Milano, Toy Blaise (Biagio Monno), Giancarlo Montefusco, Domenico Morolla, Sante Muro, Paquale Palese, Francesca Paltera, Alessandra Peloso, Angela Piazza, Gina Pignatelli, Biagio Pisauro, Marialuisa Sabato, Annalisa Schirinzi, Valentina Scrocco, Carmen Toscano, Giuseppe Toscano, Anna Troyli, Vito Valenzano, Dino Ventura, Tommaso Maurizio Vitale, Vittorio Vertone, Valentina Zingaro, Valeria Zito, Barbara Zuccarino

 Il premio prevede l’allestimento di un’importante esposizione itinerante composta da due mostre. La prima presso la Chiesa seicentesca di Santa Teresa dei Maschi di Bari dal 5 al 19 settembre  e la seconda a Gioia del Colle dal 26 settembre al 4 ottobre nel chiostro di palazzo San Domenico.

Orari di apertura mostra di Bari dal martedi al sabato ore 10.30/13.00 – 16.00/19.00 Domenica e lunedi chiuso

Info: 3455119994  mail aps.federicoiieventi@gmail.com  www.facebook.com/bibartbiennale

ANTONIO CARAMIA TRA SURREALISMO MAGICO E LETTERATURA – IN MEMORIA DI GIANNI RODARDI

C’è un pittore, a Grottaglie, che non ama le cose semplici. C’è un artista che è capace di trasformare la realtà in sogno, il passato in futuro, la forza di gravità in leggerezza. C’è un pittore che, senza presunzione e senza arroganza, sta scrivendo pagine nuove nell’arte contemporanea.
Questo artista si chiama Antonio Caramia e vive ed opera nella città delle ceramiche. Sarà stato, forse, per il fatto di aver respirato sin da piccolo l’aria grottagliese che profuma da sempre di terra, di sole, di terracotta e di smalti; sarà stato, forse, per la sua innata capacità di osservare il mondo con occhi incantati e sognanti; sarà stato perché da sempre la sua sensibilità lo ha portato a cogliere anche gli aspetti meno scontati, meno appariscenti e più sostanziali della realtà, certo è che l’artista Caramia dipinge scorci di mondi, scaglie di colori, frammenti di paesaggi, oggetti, elementi, personaggi rappresentati in una dimensione onirica che sembra quasi evocare lo spirito della migliore tradizione metafisica italiana, da De Chirico a Carrà.
La pittura, per Caramia, è “ancora di salvataggio dall’alienazione quotidiana; momento di totale smarrimento dei sensi” e le sue opere ispirate alla natura ma anche alla fantasia evocano un mondo reale ma al tempo stesso sospeso tra le mille domande che oscillano tra passato, presente e futuro e tra fiaba e realtà.
Il prossimo 23 luglio, a Cisternino, in occasione della presentazione dell’evento “Notte verde”, giunto alla sua sesta edizione, l’artista esporrà una sua opera intitolata “Mademoiselle Butterfly”, ispirata ad una celebre filastrocca di Gianni Rodari dal titolo “Le belle fate”
In quella giornata, difatti, si terrà l’inaugurazione della mostra “Il favoloso Gianni”, in occasione del centenario dalla nascita di Gianni Rodari. L’olio su tela di Caramia è un incantevole ed incantato omaggio alle fate di Rodari, attraverso la figura leggiadra e malinconica di una giovane ballerina in tutù bianco, con le ali che si stagliano in un universo onirico in cui, nel vuoto dell’esistenza, emergono isole di farfalle colorate e mondi sospesi di trulli e case bianche, tra luci ed ombre, tra candore ed oscurità.

by ROSSANA RICCI

I GIOVANI, L’ARTE INSIEME E ANTONIO CARAMIA

“NOTTE VERDE” – I GIOVANI CHE RISCOPRONO LA CULTURA E L’ARTE INSIEME AD ANTONIO CARAMIA

Sono giovani i protagonisti e organizzatori della “Notte Verde”. Un gruppo di studenti ed ex studenti agguerriti e uniti in una sola azione: l’amore per la cultura, quella con la a maiuscola ovviamente! Erano anni che non si vedevano in giro giovani che si assumono la responsabilità di progettare eventi culturali di uno spessore così importante ed interessante per la comunità. Questa volta presso la città di Cisternino il 18 e 19 agosto è toccato a “Gianni Rodari”, autore dai mille volti spesso dimenticato nel cassetto dai maggiori focolai della cultura italiana ed europea, ma si sa che chi brilla della luce propria o prima o poi, se dimenticato, verrà ricordato. Questi giovani hanno saputo mettere insieme una serie di attività culturali e ludiche in ricordo di questo grande autore, ricordando che il 23 ottobre 2020 compie 100 anni. Ricordandovi che, grandi gruppi culturali hanno cambiato la storia come i “crepuscolari”, i “futuristi” ecc… nati dal coraggio di mettere in discussione la cultura contemporanea e di rivalutarla e riqualificarla secondo nuovi punti di vista, questi giovani seguono una strada brillante e piena di iniziative e meritano di essere ricordati partendo dai loro nomi, divisi secondo precisi incarichi operativi e organizzativi:

Performer “Notte Verde”:

Federico Arcadio, Riccardo Antonazzo, Rodolfo Blasi, Mariangela Bromo, Dalila Campioni, Ludovica D’Autilia, Alessandra De Angelis, Vincenzo Luca De Florio, Erika De Mitri, Chiara Di Viggiano, Marco Formuso, Martina Greco, Francesca Lenti, Ciro Lupo, Rocco Maggi, Aurora Mameli, Sabrina Marra, Caterina Petrarulo, Simona Piccione, Simona Solito.

Addetti alla comunicazione:

Ludovica D’Autilia, Davide Galeone, Francesca Lenti, Pierantonio Lenti, Simone La Corte, Daniele Quaranta.

In tale occasione sarà presentata ancora l’opera pittorica di Antonio Caramia (dedicata a Gianni Rodari) che interverrà raccontando alcuni aneddoti della poesia e delle filastrocche del grande autore, e di come lo hanno portato a realizzare con fervida immaginazione questo particolare dipinto. Facile intuire come la passione di studenti e docenti per la cultura e per l’arte non possa far altro che generare qualcosa di positivo per l’intera comunità che in questo senso non può far altro che crescere ed arricchirsi.

Cisternino (BR) – Il 18 e il 19 agosto si terrà a Cisternino la sesta edizione di “Notte Verde – terra e la luna”, evento nato nel 2015 grazie all’associazione Urbieterre e in collaborazione con il comune di Cisternino e vari enti, sia pubblici che privati. Un festival agriculturale che unisce cultura, tradizione, fantasia ed enogastronomia.Quest’anno si sperimenterà una nuova formula, lo spettacolo sarà un viaggio itinerante in epoche e luoghi diversi, per scoprire e riscoprire la nostra storia e le nostre tradizioni alimentari e del convivio. Lo spettacolo si svilupperà lungo il Belvedere di Cisternino, uno dei Borghi più belli d’Italia. Il pubblico sarà accompagnato e guidato in questo viaggio fantastico da Beniamino, menestrello di Cisternino, personaggio fittizio la cui creazione è stata ispirata dal metodo pedagogico di Gianni Rodari. In occasione dei cent’anni della sua nascita presso la Pineta Comunale è presente una mostra a lui dedicata, intitolata “Il favoloso Gianni”.Lo spettacolo è stato creato e curato dal regista e attore Giuseppe Calamunci Manitta e sarà interpretato dai ragazzi dell’associazione AWA A.P.S., giovane realtà nata a Grottaglie (TA) che si occupa di eventi, spettacolo e produzione audiovisive.Le due serate si apriranno con due tavole rotonde, una sul carrubo e l’altra sul vino. Nella zona in cui si terrà lo spettacolo saranno presenti inoltre degli stand enogastronomici. Oltre lo spettacolo, durante la serata avranno luogo numerosi interventi sui temi che meglio rappresentano “Notte Verde”.La parte dedicata all’ambiente e l’agricoltura sarà curata da Carlo Palmisano, che illustrerà gli usi e le tradizioni legati alle erbe spontanee.Sarà presente la comunità del presidio “Pomodoro regina al filo di cotone” di Torre canne, che compie 10 anni. L’associazione Archeo di Brindisi si occuperà invece della parte riguardante l’alimentazione nel periodo romano e i suppellettili.Il periodo medievale sarà rievocato dal punto di vista didattico e culinario dall’associazione “Porta Barsento” di Putignano e dal punto di vista musicale dall’Ensemble Concertvs.Dopo una pausa durata alcuni anni, ci sarà il ritorno del Parco regionale delle Dune costiere e di alcune sue aziende.Dulcis in fundo, sarà presente la poetessa Annamaria Colomba, che ci incanterà con la sua voce. Affinché “Notte Verde” sia un successo a tutti gli effetti, è necessario che operatori e visitatori siano rispettosi delle norme anticovid.”Notte verde” è un evento unico, che mira ad esaltare la bellezza dei luoghi e il valore del cibo. Affinché “Notte Verde” sia un successo a tutti gli effetti, è necessario che operatori e visitatori siano rispettosi delle norme anticovid.”Notte verde” è un evento unico, che mira ad esaltare la bellezza dei luoghi e il valore del cibo.